La scienza del tatto by Chiara Beneduce

La scienza del tatto by Chiara Beneduce

autore:Chiara Beneduce [Beneduce, Chiara]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788893576604
editore: Editrice Bibliografica
pubblicato: 2024-07-16T22:00:00+00:00


Conclusioni

Le tre questioni sulla necessità del tatto e del gusto analizzate in questo capitolo condividono argomentazioni simili. Quando il tatto viene considerato in potenza, Buridano, Nicola Oresme/Alberto di Sassonia e Marsilio di Inghen lo ritengono sempre necessario per la sopravvivenza degli animali e per una buona qualità della vita. Tuttavia, come senso in atto, i tre autori non considerano il tatto sempre necessario, a fronte di casi come il sonno o malattie specifiche in cui la percezione tattile non si verifica. Considerano invece necessario il gusto per tutti gli animali solo quando è inteso come capacità di distinguere tra fonti di nutrimento adatte oppure no. Il riconoscimento dei sapori, altro compito attribuito al senso del gusto, lo ritengono invece proprio solo degli animali “più perfetti” nel reame della natura. All’interno di questo schema argomentativo generale, si può notare che il tema della necessità del tatto e del gusto venga trattato, nei testi analizzati, anche come luogo di intersezione tra filosofia naturale e medicina. Prima di tutto, i tre autori collegano, sebbene in un’altra questione, quella sul tatto e l’elemento terrestre, il tema della necessità del tatto alla sua localizzazione nei nervi e, più in generale, allo schema di “controversia tra filosofi e medici” sull’organo proprio del tatto. Inoltre, essi introducono concetti e riflessioni indicanti il fatto che la loro trattazione del tema della necessità di tatto e gusto era aperta ad influssi medici e fortemente caratterizzata da un’attenzione per la fisiologia e la patologia della percezione sensibile. Vale innanzitutto, qui, l’esempio del riferimento alla costituzione corporea (complexio) degli animali. La complexio di un organismo vivente gioca un ruolo chiave nello stabilire in che misura e per quali esseri viventi sia necessario il gusto: a seconda del grado di perfezione della complexio, si può stabilire se un vivente abbia necessariamente bisogno solo del gusto inteso come discernimento del cibo adatto oppure anche del gusto inteso come discernimento dei sapori, il secondo caso essendo proprio soltanto degli animali con la complexio più raffinata. “Complexio” è una nozione di origine antica, appartenente primariamente all’ambito epistemologico della medicina medievale, la cui mobilitazione nei testi di filosofia naturale di Buridano, Nicola Oresme/Alberto di Sassonia e Marsilio di Inghen indica una propensione di questi autori a integrare nozioni mediche per discutere nodi importanti della trattazione aristotelica sui sensi.67 L’attenzione alla fisiologia e patologia della percezione emerge infine dai riferimenti all’epilessia e alla febbre. Nel primo caso, il riferimento all’epilessia serve a inquadrare meglio il modo in cui si possa ritenere il tatto necessario all’animale: il tatto è sempre un senso necessario in potenza, ma non in atto. Nel secondo caso, Marsilio di Inghen propone una vera e propria digressione sul malfunzionamento del gusto nei malati che riecheggia i Problemata pseudoaristotelici con le riflessioni lì contenute sulle affezioni della lingua. Riflessioni queste che, lo vedremo, ritroveremo anche in Buridano in altre discettazioni sui sensi.68



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